Chi può partecipare all’Azione collettiva?
Possono partecipare all’azione collettiva sia gli azionisti che abbiano mantenuto il possesso dei titoli, sia coloro che li abbiano totalmente o parzialmente venduti: nel primo caso, il risarcimento del danno patrimoniale potrà essere pari alla differenza tra costo complessivo di acquisto e valore di mercato al momento della liquidazione giudiziale; nel secondo caso, alla minusvalenza tra acquisto e vendita.
La partecipazione all’azione collettiva, inoltre, lascia piena libertà all’investitore, in qualsiasi momento, di vendere o trasferire i titoli presso altro dossier.
Che cosa si intende per Azione collettiva?
Nel nostro ordinamento, non esiste, tecnicamente, una “Class Action”, nello stile americano. E’ tuttavia possibile che una pluralità di soggetti, con interessi comuni, agiscano collettivamente per far valere i propri diritti.
Per quali motivi l’Azione collettiva dovrebbe essere preferibile ad un’Azione individuale?
Normalmente, un’azione legale comporta costi elevati. Nel caso di un’Azione collettiva, invece, i costi per ciascun interessato sono notevolmente inferiori, in quanto essi vengono ripartiti tra tutti i componenti del gruppo. L’Azione collettiva, inoltre, può essere maggiormente incisiva perché segnala immediatamente al giudice che un determinato problema è di interesse comune e non limitato alla posizione di un singolo individuo. Un obiettivo che si può più facilmente raggiungere con una massiccia partecipazione.
Per gli Azionisti e gli Obbligazionisti MPS è quindi un’importante opportunità per far valere i propri diritti con la forza del gruppo ed ottenere il risarcimento del danno.
Quali sono i fondamenti giuridici dell’Azione collettiva?
La legge riconosce a tutti coloro che sono stati danneggiati da un reato il diritto di costituirsi parte civile nel processo penale – o, in alternativa, di agire con separata azione civile – per ottenere il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale (morale).
In questo caso, gli ex dirigenti di Banca MPS sono stati condannati per aver commesso degli illeciti nella gestione della Banca stessa, e tale condotta ha, evidentemente, danneggiato gli Azionisti e gli Obbligazionisti.
In effetti, gli ex vertici di Mps sono stati condannati per false comunicazioni sociali e, per quanto riguarda due di essi, anche per aggiotaggio: secondo gli atti del Tribunale di Milano, gli ex amministratori avrebbero manipolato i bilanci, occultando perdite miliardarie della Banca, soprattutto in riferimento ad operazioni in derivati.
Si tratta, evidentemente, di reati suscettibili di condizionare in modo decisivo la percezione della realtà finanziaria da parte degli investitori, rappresentando falsamente quelle informazioni definite “price sensitive” idonee ad incidere sensibilmente sul prezzo degli strumenti finanziari. E’ stato così alterato il prezzo di Azioni e Obbligazioni, precludendo agli investitori di orientare e compiere consapevoli scelte di investimento o disinvestimento, in quanto fuorviati dalla diffusione di informazioni e dati falsi e manipolati, nonché da colpevoli omissioni imputabili alla stessa Banca: alla luce di tali irregolarità, che hanno distorto il normale andamento del mercato, le perdite subite dagli investitori devono essere risarcite.
Le gravi carenze nella governance di Mps sono state riscontrate anche dai provvedimenti sanzionatori dalla Consob e dalla Relazione della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul sistema bancario: le relative prove documentali costituiscono elementi solidi, che rafforzano ancor di più la fondatezza e le prospettive di efficacia dell’azione collettiva.
Nell’azione civile potranno essere posti a fondamento dell’iniziativa risarcitoria anche i fatti illeciti imputabili alla precedente gestione (Mussari, Vigni e altri).
Cosa si può ottenere con l’Azione collettiva?
L’Azione collettiva mira ad ottenere il risarcimento del danno patrimoniale (in misura pari alla perdita economica subita a seguito della diminuzione di valore dei titoli) e – in aggiunta – di una somma ulteriore a titolo di risarcimento del danno morale (che, per legge, può essere riconosciuto quando è stato commesso un illecito avente rilievo penale).
In caso di piccole perdite vale la pena aderire?
Si, considerando che si può chiedere anche il risarcimento del danno morale.
Esistono buone probabilità di successo?
In data 29/10/2020, a seguito della sentenza del Tribunale di Milano, Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. ha cambiato la classificazione da “possibile” a “probabile” in merito ai rischi legati a controversie legali.
Vi sono quindi i presupposti per intraprendere l’azione legale con buone prospettive di successo. D’altro lato, l’inerzia non conduce a nessun risultato positivo.
L’esperienza passata, relativa ad altri noti crac finanziari (Parmalat, Cirio, Bond Argentini, ecc.), dimostra inoltre che molti dei Risparmiatori che hanno agito in giudizio hanno ottenuto il risarcimento dei danni subiti, mentre coloro che sono rimasti inerti nulla hanno ottenuto.
Chi è il legale referente dell’iniziativa?
Il referente dell’iniziativa è l’Avv. Francesco Corfiati.
Laureato con il massimo dei voti e lode all’Università di Bologna, con tesi su “Le azioni degli enti esponenziali a tutela degli interessi collettivi e diffusi”, è stato membro del Collegio Superiore dell’Ateneo. Ha conseguito un Master in Diritto costituzionale europeo ed ha svolto attività di ricerca universitaria all’estero; autore di pubblicazioni accademiche, ha partecipato a convegni internazionali in qualità di relatore. Avvocato, nell’ambito della propria attività professionale si occupa prevalentemente di diritto bancario e finanziario. Rappresenta centinaia di azionisti e obbligazionisti nei principali processi italiani per reati finanziari.
N.B. Al fine di una migliore gestione dell’elevato numero di richieste, per ricevere informazioni, si prega di non contattare direttamente lo studio legale, ma di rivolgersi ai recapiti dell’Associazione.